Oggi torniamo a parlare del tanto amato espresso italiano, ma sotto una veste diversa: scopriamo la struttura della macchina da espresso, così da comprendere ancora meglio l’incredibile bevanda che estrae.
Ecco quindi l’articolo che spiega la Struttura della Macchina per l’Espresso!
Se vuoi scoprire di più sul mondo dell’espresso:
Guarda anche il video sulla storia della macchina da espresso!
La Struttura della Macchina per l’Espresso
La macchina per il caffè espresso è un vero e proprio gioiello d’ingegneria italiana, invidiabile e copiata in tutto il mondo.
La struttura è molto simile sia per le macchine professionali che troviamo nei bar, sia per le macchine domestiche. La differenza esatta la vedremo però a fine articolo.
Le macchine professionali sono in linea generale più performanti.
Le parti che più ci interessano sono:
- Caldaia;
- Manometro pressione caldaia;
- Scambiatore di calore;
- Pompa elettrica;
- Gruppo erogatore, Portafiltro e filtro;
- Rubinetto acqua calda;
- Lancia vapore.
1. La caldaia
La caldaia è di solito fatta in acciaio, rame o ottone e serve per erogare l’acqua calda, scaldare l’acqua per l’estrazione del caffè e creare il vapore per la lancia vapore.
L’acqua derivante dalla rete idrica passa attraverso un addolcitore o depuratore, il quale appunto elimina le sostanze non adatte alla preparazione dell’espresso, come calcare, cloro, ecc.
A questo punto arriva “pulita” all’interno della caldaia, nella quale viene scaldata e mantenuta in temperatura per tutta la durata necessaria del servizio.
In caldaia l’acqua arriva a temperature di circa 110-120°C e con una pressione tra l’1,1 e l’1,4 bar.
Inoltre, come si può vedere nell’immagine, la caldaia non è mai completamente piena, perché nella parte superiore, grazie alle elevate temperature, si forma il vapore che poi il barista userà per scaldare e montare il latte per il cappuccino o caffè macchiato.
2. Il Manometro della pressione in caldaia
Il manometro è proprio quella parte della macchina visibile all’operatore che permette di controllare la corretta o meno pressione all’interno della caldaia, che come abbiamo appena detto deve stare tra l’1,1 e l’1,4 bar.
3. Lo Scambiatore di calore
Lo scambiatore di calore è il sistema che permette di scaldare l’acqua utile all’estrazione dell’espresso.
Come?
Per preparare il caffè infatti non usiamo l’acqua presente nella caldaia per due motivi:
- Le temperature sono troppo elevate. L’acqua nella caldaia arriva a superare i 110°C, mentre per estrarre un caffè dovremmo stare tra i 90 ed i 95 gradi;
- L’acqua in caldaia è stagnante. È vero che arriva dal depuratore e quindi non ha più calcare o altre sostanze, ma rimane nella caldaia per molto tempo a temperature elevatissime e potrebbero quindi crearsi batteri o sedimenti non piacevoli.
Ecco perché si usa lo scambiatore di calore!
Devi immaginare un tubicino, di solito in rame, che trasporta l’acqua depurata proveniente dalla rete idrica.
Questo tubicino, passando attraverso la caldaia permette il riscaldamento dell’acqua al suo interno.
L’acqua per fare l’espresso è quindi sempre depurata, addolcita e fresca!
4. La Pompa elettrica
È lo strumento capace di “schiacciare” l’acqua contro il panetto di caffè macinato con una grandissima pressione, in genere intorno alle 9 atmosfere.
Questo è ciò che rende l’espresso tale!
L’espresso infatti è una bevanda a base di caffè molto concentrata, densa e con una crema in superficie. Ciò che permette la creazione della crema, unita ad altri fattori, è proprio la pressione. Senza la pressione la crema non riuscirebbe a formarsi in tazza.
Pensiamo infatti alla moka: anche con la migliore moka al mondo e utilizzando lo stesso caffè che utilizziamo per l’espresso, non otterremo mai la stessa identica crema dell’espresso, proprio per la mancanza di questa grande pressione!
Se vuoi invece sapere la differenza tra espresso e capsule, clicca qui sotto:
5. Il Gruppo erogatore, il Portafiltro ed il Filtro
Il gruppo erogatore è quella parte al quale si aggancia il portafiltro, ossia quel braccetto che l’operatore attacca e stacca per inserire il macinato e fare un nuovo caffè.
Esso presenta una doccetta, che distribuisce in modo omogeneo l’acqua sul macinato, e dalla guarnizione, la quale permette l’aderenza totale del porta filtro.
Il portafiltro invece è, come abbiamo detto, il braccetto che teniamo in mano con inserito all’interno il filtro che contiene il caffè macinato. Quest’ultimo, essendo forato sul fondo, fa uscire la bevanda infusa.
6. Il Rubinetto acqua calda
Questa componente è quella da cui esce l’acqua calda per preparare ad esempio il tè.
In questo caso, nella maggior parte delle macchine da espresso, l’acqua calda arriva direttamente dalla caldaia, non dallo scambiatore di calore come nel caso dell’espresso.
Solo in poche macchine di ultima generazione l’acqua fuoriesce con il sistema di scambiatore di calore.
7. La Lancia vapore
E siamo arrivati all’ultima parte della struttura della macchina da espresso, ossia la lancia vapore: quello strumento che permette la fuoriuscita del vapore per poter a montare il latte.
Questa pesca quindi il vapore dalla caldaia e lo fa fuoriuscire.
Funzionamento della macchina da espresso
Quindi: nel momento in cui schiacciamo il pulsante per l’estrazione del caffè, la macchina preleva una piccola quantità di acqua dalla rete idrica, la fa passare nella serpentina, ossia lo scambiatore di calore, per scaldarla, e dopo qualche secondo di pre-infusione la pompa elettrica forza l’acqua con una grande pressione attraverso il panetto di macinato, estraendo in maniera molto energica le sostanze ed i profumi del caffè.
Differenza tra macchina da bar e macchina domestica per l’espresso
La differenza tra una macchina da casa ed una macchina da bar sta nelle dimensioni.
La caldaia in quelle domestiche è più piccola e ha maggiori difficoltà a mantenere l’acqua sufficientemente calda e ad una temperatura sempre costante per l’estrazione, oltre a fornire anche meno vapore per montare il latte.
Inoltre la struttura della macchina da bar è più pesante e robusta, permettendo una conservazione della pressione migliore per estrarre l’espresso al massimo delle sue potenzialità.