Conoscere il caffè – Caffè Ernani https://www.caffeernani.com Acquista caffè di qualità a Tostatura Media Wed, 27 Mar 2024 16:44:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.caffeernani.com/wp-content/uploads/2019/06/favicon-caffe-ernani-70x70.jpg Conoscere il caffè – Caffè Ernani https://www.caffeernani.com 32 32 Tutti i corsi dell’Ernani Coffee Academy + nuovo corso https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/tutti-i-corsi-dellernani-coffee-academy-nuovo-corso/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/tutti-i-corsi-dellernani-coffee-academy-nuovo-corso/#respond Thu, 11 Apr 2024 08:00:00 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=32705 Nel 2020 abbiamo inaugurato l’Ernani Academy, l’accademia con uno sguardo a 360° sul mondo del caffè, allo scopo di formare i professionisti, ma senza escludere alcun coffee lovers o curioso, per crescere insieme intorno alla cultura del buon caffè.    Perché abbiamo creato l’Ernani Academy? La Torrefazione Ernani prese forma dalla voglia di Luca e […]

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Nel 2020 abbiamo inaugurato l’Ernani Academy, l’accademia con uno sguardo a 360° sul mondo del caffè, allo scopo di formare i professionisti, ma senza escludere alcun coffee lovers o curioso, per crescere insieme intorno alla cultura del buon caffè. 

 

Perché abbiamo creato l’Ernani Academy?

La Torrefazione Ernani prese forma dalla voglia di Luca e Claudia, due dei quattro fondatori, di poter servire un caffè veramente buono ed intensamente aromatico, senza quel retrogusto classico di bruciato ed una forte nota amara. 


Insieme a Paolo, il tostatore di Caffè Ernani, iniziò quindi l’intero progetto, con il desiderio di dare una nuova vita ed una ventata di aria fresca all’espresso italiano. 


La continua formazione del team e la ricerca costante del miglioramento, ha fatto nascere nello staff un’enorme e sfrenata passione per il chicco tostato


Arrivati a questo punto era palese la voglia di trasmettere tutto ciò che imparavamo e impariamo tutti i giorni anche a voi!


Se poi consideriamo anche il fatto che spesso gli operatori del settore derivano da cambi generazionali, dove il mestiere viene tramandato con l’esperienza pratica, e va benissimo! Però spesso manca la formazione teorica alle spalle, che ti permette di conoscere a fondo le variabili del chicco e quindi saperle manipolare per ottenere un prodotto ottimo e soprattutto costante nel tempo, senza affidarsi più al “caso”. 


L’Academy era obbligatoria, sia per i nostri clienti, sia per tutti gli esterni curiosi! 

I corsi dell’Ernani Academy 

L’Accademia ha 6 corsi, che trattano tutta la filiera del caffè, ossia: 

  1. Green Coffee – il corso pensato per acquisire competenze sulla materia prima trattata, il caffè crudo, anche chiamato appunto caffè verde; 
  2. Tostatura – il corso perfetto per imparare a leggere la curva di tostatura e comprenderne i diversi metodi e livelli; 
  3. Caffetteria – il corso adatto per i professionisti del settore, per acquisire conoscenza sulla materia prima trattata e sulla fase di estrazione della bevanda; 
  4. Dai monorigine alle miscele Ernani – il corso con duplice funzione: introduzione al corso di degustazione dell’espresso e comprensione di come i diversi caffè influenzano il profilo aromatico della miscela finale; 
  5. Degustazione dell’espresso – il corso da veri sommelier, che ti darà tutti gli strumenti adatti ad operare un’analisi organolettica completa dell’espresso; 
  6. Brewing – il corso che richiede più manualità di tutti, per approfondire i metodi di estrazione del caffè alternativi all’espresso. 
C’è una grande novità!! 

A partire da Aprile 2024 si aggiunge il settimo corso: 

Gestione Bar

Il corso con l’obiettivo di comprendere come effettuare un’analisi economica e finanziaria della propria attività, calcolando il food cost, per prevedere investimenti e/o strategie future.

1.Green Coffee 
i corsi caffe ernani 15

Programma del corso: 

  • Origine e tipologia del caffè verde; 
  • Metodi di raccolta e lavorazione del caffè; 
  • Esaminazione di campioni di caffè verde; 
  • Profilo organolettico e zona di provenienza; 
  • I difetti del caffè verde; 
  • Commercializzazione del caffè crudo. 

Tempo richiesto: 4 ore. 

Trainer: Paolo e Martina. 

2. Tostatura 

Programma del corso: 

  • Conoscenza base del caffè verde e sua selezione; 
  • Il processo di tostatura; 
  • Strumenti utili per la tostatura; 
  • Trasformazioni chimico-fisiche del chicco di caffè; 
  • Il colore di tostatura; 
  • Prova di tostatura; 
  • Degustazione del caffè tostati. 

Tempo richiesto: 4 ore. 

Trainer: Paolo. 

3. Caffetteria

Programma del corso: 

  • Conoscenza base del caffè verde; 
  • Selezione di una buona miscela da banco; 
  • Definizione dell’espresso; 
  • Estrazione dell’espresso; 
  • Selezione dell’attrezzatura; 
  • Manutenzione e pulizia dell’attrezzatura. 

Tempo richiesto: 4 ore. 

Trainer: Paolo e Martina. 

NB. È possibile richiedere anche il corso di Latte Art, ma verrà svolto a parte, in altre otto ore. Per visionare i listini e le opzioni disponibili, scrivimi via email a martina.mazzoleni@caffeernani.com oppure nella chat whatsapp qui nell’angolo in basso a destra!

5. Degustazione dell’espresso

Programma del corso: 

  • Conoscenza base del caffè verde; 
  • Conoscenza base su livelli di tostatura; 
  • Definizione dell’espresso; 
  • Analisi sensoriale; 
  • Compilazione delle schede d’assaggio; 
  • Degustazione di un caffè espresso e sua descrizione. 

Tempo richiesto: 6 ore. 

Trainer: Martina. 

6. Brewing

Programma del corso: 

  • Conoscenza del caffè verde; 
  • Conoscenza base sui livelli di tostatura; 
  • Definizione dei metodi di brewing con loro ricetta base; 
  • Estrazione pratica con diversi metodi; 
  • Degustazione dei caffè e loro descrizione. 

Nello specifico userai: Moka, Napoletana, Chemex, V60, Clever, Aeropress, Flower, French press, Cold brew dripper, Brew bottle e Syphon. 


Tempo richiesto: 5/6 ore.

Trainer: Paolo e Martina. 

7. Gestione bar

Programma del corso: 

  • Come avviare l’Attività, con analisi della Brand Identity; 
  • Formulazione degli obiettivi con relative strategie; 
  • Calcolare il Food Cost ed il Break Even Point; 
  • Come raccogliere e analizzare i dati, con fornitura del materiale utile per la propria attività; 
  • Organizzazione area lavoro e dell’offerta proposta; 
  • Strategie di vendita.

Tempo richiesto: 4 ore.

Trainer: Martina. 

Come iscriversi all’Ernani Academy 

Tutti i corsi si tengono presso la sede dell’azienda a Desio, Via Don Luigi Sturzo, 19 (MB), oppure, se lavorate in un locale, possiamo venire noi da voi. Ci dovranno essere però i requisiti adatti allo svolgimento del corso. 


I corsi però di Green Coffee e Gestione bar, essendo questi solo teorici, possono essere svolti anche in video call online. 


Solitamente siamo disponibili dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 18.00. È però possibile fare il corso anche in altri giorni o fasce orarie, con un piccolo supplemento di prezzo a persona. 


Come prenotarsi? 

Non esiste un vero e proprio calendario corsi con date prefissate, in quanto abbiamo deciso di essere flessibili per cercare di soddisfare tutte le vostre richieste. 

Sappiamo infatti che chi lavora in questo settore spesso ha un solo giorno libero e questo varia durante la settimana, quindi scriveteci pure le vostre disponibilità e ci organizzeremo. Ecco perché nel form di iscrizione abbiamo lasciato la possibilità di inserire le due date per voi più comode.


Le uniche nostre richieste sono: 

  • Un preavviso di almeno due settimane rispetto alla data desiderata, così da poterci preparare al meglio e offrirvi il massimo del servizio; 
  • Un minimo di due partecipanti. Se non conoscete nessuno con cui partecipare, vi inseriremo nei nostri registri e sarete contattati non appena ci sarà un posto libero. 

Richiesta di attivazione corso:

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Alcuni numeri:

  • 7 Corsi disponibili;
  • 365 giorni di disponibilità all’anno;
  • Più di 150 coffee lovers e professionisti del settore già formati presso l’Ernani Academy;
  • 400 mq a vostra disposizione; 
  • 2 trainer: Paolo e Martina  


Trainer:

Paolo Sangalli 

Tostatore, Agente commerciale e trainer 

Formato presso: Mumac Academy – Corsi SCA e AICAF sede di Brescia 

Aggiornamenti: continui workshop di degustazione e tostatura con i massimi esperti del settore italiani. 

Martina Mazzoleni 

Responsabile Marketing, e-commerce, Social Media manager e Trainer  

Formata presso: Mumac Academy – Corsi SCA e AICAF sede di Brescia 

Studi pregressi: Laureata in Scienze del lavoro, dell’Amministrazione e del Management, oltre ad un Master in Marketing & Sales

Aggiornamenti: continui workshop di degustazione, gestione bar e comunicazione del settore food&beverage. 

Scegli il corso e ci vediamo alla Ernani Academy! 

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Torniamo a parlare di caffè espresso in tutte le sue forme. 


Il compito di oggi è assai arduo, in quanto vorrei smentire due falsi miti:

  • Caffè ristretto: il miglior caffè al mondo, denso, cremoso e caffeinico
  • Caffè lungo: delicato, leggero e perfetto nel tardo pomeriggio 

Affrontando gli argomenti sia dal punto di vista gustativo, sia da quello tecnico dell’estrazione. 


Iniziamo subito però col dire che sia il caffè lungo che quello ristretto altro non sono che errate estrazione. 


Ma capiamo meglio perché! 

 

L’estrazione nelle sue fasi 

Senza andare troppo nei tecnicismi e dilungarci su cos’è fisicamente e chimicamente parlando l’estrazione, andiamo dritti al punto. 


Guarda il video per vedere come abbiamo fatto questo esperimento: 

L’estrazione ha diverse fasi: 
  1. Nella prima parte, ossia proprio nei primissimi secondi in cui vediamo la bevanda uscire, estraiamo le sostanze più idrosolubili e pesanti. Queste rendono quindi la bevanda molto intensa, corposa e aromatica, nella quale dolcezza e acidità fanno da padrone; 
  2. Nella parte centrale invece iniziamo a perdere un pochino di corpo, in quanto la maggior parte delle sostanze che dovevano “sciogliersi” al passaggio dell’acqua e arrivare in tazzina, sono già state estratte nella prima fase. Inoltre ora iniziamo a sentire una maggiore amarezza, che andrà a bilanciare la dolcezza e l’acidità della prima fase. 
  3. Nella parte finale, anche detta in gergo “coda dell’estrazione”, la bevanda che arriva in tazza è molto scarica, in quanto c’è più acqua che caffè, e l’amarezza inizia a essere anche più persistente. 

La bevanda, avendo pesi diversi nelle differenti fasi di estrazione, si stratifica. Motivo per il quale, anche se non mettiamo lo zucchero dobbiamo sempre mescolare il caffè con il cucchiaino! 


Ma torniamo a noi. 


È facilissimo intuire che se vogliamo avere una bevanda bilanciata, sia nel gusto che nel corpo, dobbiamo dare il tempo all’acqua di eseguire tutte e tre queste fasi. 

 

Il caffè ristretto 

Come si può intuire nel caffè ristretto, bloccando prima l’estrazione, “tagliamo la coda”. 


Quindi avremo una bevanda molto più concentrata, ossia con meno acqua in rapporto alla quantità estratte dal caffè. 


Inoltre sarà spinta verso una maggiore dolcezza e acidità, mentre viene ridotta in modo consistente l’amarezza. 


Detto questo, il caffè ristretto non è proprio un’estrazione sbagliata, ma “incompleta”. 

La tazzina sarà sbilanciata, non avendo l’amarezza a controbattere dolcezza e acidità. 


Sicuramente è apprezzata tantissimo da molti di voi che leggono, ma non rispecchia a pieno i parametri del gusto tradizionale dell’espresso italiano, che prevede infatti una bevanda bilanciata tra dolcezza, amarezza e acidità. 


P.S. Nel caffè ristretto c’è anche meno caffeina! 

Questo perché la caffeina è una sostanza idrosolubile, che si scioglie quindi con il passaggio dell’acqua. Facendo passare meno acqua attraverso il panetto di macinato, avremo in tazza meno caffeina. 

 

Il caffè lungo 

Il caffè lungo invece è proprio un’estrazione sbagliata, perché è un caffè sovra-estratto. 


Sovra-estrazione significa che abbiamo estratto troppo dal nostro caffè, portando in tazza quindi troppe sostanze dal nostro macinato, il che compromette il gusto finale della bevanda. 


In particolare abbiamo allungato la parte finale dell’estrazione, quella che ormai è scarica di gusto, portando solo ulteriore amarezza in tazza. 


Inoltre l’acqua calda, stando così tanto tempo a contatto con il caffè, rischia di bruciarlo, rendendo il tutto ancora più amaro. 


P.S. Il caffè lungo ha anche più caffeina di un ristretto, anche se sembra una bevanda “più scarica”. 

Sempre per il fatto che la caffeina è una sostanza idrosolubile, quindi se l’acqua scorre attraverso il macinato per un tempo maggiore, porterà più caffeina in tazza. 


Quindi come si dovrebbe fare un caffè lungo corretto? 


Tanto semplice quanto può sembrare strano… aggiungendo dell’acqua calda a parte! 


Quindi sarebbe molto meglio preparare un caffè normale e aggiungere a parte dell’acqua calda nella quantità desiderata. 


E so già cosa state pensando “così diventa un americano e io le brodaglie non le bevo!”. 

In realtà no!

Prima di tutto perché nell’americano c’è molta più acqua, secondo… provare per credere! 


Appena ho scoperto questa cosa ero io la prima ad essere scettica, proprio perché non sono un amante dell’americano. Ma ci ho provato lo stesso e da quel momento non posso più farne a meno! 


Ha veramente un gusto migliore: è più aromatico ed esprime un’amarezza piacevole. 

D’estate poi è ancora meglio, perché aggiungo direttamente dell’acqua fredda, ma proprio un goccino, e la bevanda diventa subito più dissetante. 

 

Quindi se non mi credete, provate e poi fatemi sapere! 

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Parametri e caratteristiche per definire uno Specialty coffee https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/parametri-e-caratteristiche-per-definire-uno-specialty-coffee/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/parametri-e-caratteristiche-per-definire-uno-specialty-coffee/#respond Thu, 25 Jan 2024 09:23:54 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=31814 In questo articolo andremo dritti al punto, definendo gli Specialty coffee in modo schematico! Tabella dei Contenuti La nascita degli Specialty coffee  Prima di tutto dobbiamo definire che cosa significa Specialty coffee, altrimenti non potremo mai capire come è possibile inserire i caffè che noi amiamo in questa categoria!  In termini molto semplici lo Specialty […]

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In questo articolo andremo dritti al punto, definendo gli Specialty coffee in modo schematico!

Tabella dei Contenuti

La nascita degli Specialty coffee 

Prima di tutto dobbiamo definire che cosa significa Specialty coffee, altrimenti non potremo mai capire come è possibile inserire i caffè che noi amiamo in questa categoria! 

In termini molto semplici lo Specialty coffee è un caffè di davvero elevata qualità. 

Per essere più precisi però, la definizione fu data dalla SCAE (Specialty Coffee Association of Europe), un’associazione nata dalla necessità e dall’obiettivo di promuovere la cultura del caffè pregiato.

La SCAE iniziò quindi con l’elenco delle caratteristiche che i chicchi crudi e tostati dovevano avere per essere definiti di reale e tangibile qualità. 

L’associazione ha quindi preso vita dal fatto che troppo spesso si legge la parola “qualità” su confezioni che non contengono realmente dei chicchi o del macinato di qualità… 

Come aiutare quindi il consumatore a capirne di più? 

Ecco quindi la creazione della certificazione “Specialty coffee”, la quale viene applicata oltre oltre il coltivatore e il torrefattore, per evitare autoincensamenti controproducenti e soprattutto l’abuso del termine “qualità”. 

Una certificazione con dei parametri precisi e soprattutto oggettivi per definire la bontà di un caffè. 
I nostri Specialty coffee: 

Parametri per definire uno Specialty coffee 

Quindi abbiamo capito perché è nato lo Specialty coffee, ora dobbiamo elencare tutte le caratteristiche che i chicchi crudi e tostati devono obbligatoriamente avere: 

  • Prima di tutto possono essere considerati specialty solo i caffè Arabica; 
  • Secondo aspetto: prelevando un campione di 350g, il caffè verde non può avere alcun difetto primario, ed un massimo di 5 difetti secondari (vedi tabella dei difetti nell’immagine 1 qui sotto)
  • Poi passiamo al caffè tostato: su 100g di chicchi marroni non è ammessa la presenza di chicchi di colore chiaro, come se fossero rimasti “crudi”, i cosiddetti “quakers”.
  • Infine passiamo all’assaggio, la fase forse più delicata e importante. La preparazione della bevanda campione che si andrà ad analizzare richiede precisi step e standard che riguardano il processo di tostatura, il degasaggio, la dose, la macinatura, la qualità e quantità di caffè e acqua e la temperatura dell’acqua, utilizzando poi una specifica scheda di assaggio offerta dalla SCA. In altre parole, ogni singolo passo deve essere eseguito in modo puntiglioso e preciso. A questo LINK potete leggere il protocollo intero. 
  • Quindi una volta eseguito l’assaggio, se il caffè riceve un punteggio di almeno 80 punti su 100 può essere definito Specialty. 
Tabella con l'elenco dei difetti possibili nel caffè verde e relativo punteggio associato.
Immagine 1 - Elenco e punteggi dei difetti del caffè verde.
Immagino che ora sia ben chiaro il fatto che non è semplice ricevere la certificazione di Specialty coffee e soprattutto che il gusto soggettivo non ha nulla a che fare con la qualità!


In alcuni dei corsi che ho svolto però mi viene posta questa domanda: “Ma quando gli assaggiatori degustano il caffè, non è soggettivo il risultato?” 


No, e ora vediamo il perchè!

 

Non c’è spazio per la soggettività! 

Prima di tutto in fase di degustazione non si dice “questo caffè è buono” o “questo caffè non è buono”, ma si ricercano eventuali difetti odorosi e gustativi che i chicchi possono avere. 


Esempio: 

  • Si avvertono sentori di gomma, catrame, cenere, erba, legno, muffa, yuta, stinker, ecc.? Allora il caffè perde punti in quanto ha mostrato dei difetti;
  • Il caffè analizzato non mostra alcun difetto, ma neanche un ventaglio aromatico ampio, ben definito, risultando nel complesso piatto? Sarà un buon caffè, ma non Specialty;
  • Infine, il caffè assaggiato non ha alcun difetto e inoltre esprime un ventaglio aromatico ampio, intrigante, definito e nell’insieme bilanciato? Allora è uno Specialty coffee

Inoltre gli assaggiatori sono professionisti che si allenano anni e anni nel riconoscere le note aromatiche di un caffè, così come fa un sommelier del vino! 


In ultimo poi non è un solo gruppo di assaggiatori che degusta un campione, molto spesso i caffè da testare vengono inviati a diversi gruppi d’assaggio in tutto il mondo, così da avere un punteggio accurato e ponderato. 

Iter per richiedere la certificazione

Ho già pubblicato un articolo ad hoc sull’argomento, quindi se vuoi avere informazioni più approfondite clicca qui sotto. 

Di seguito invece tocchiamo tutti i punti in modo schematico: 
  1. Prima di tutto i chicchi devono appartenere alla specie Arabica
  2. Non solo, il caffè deve anche essere di un’ottima varietà. Quindi il coltivatore ha un importante lavoro da svolgere già solo per la scelta della tipologia di pianta da coltivare; 
  3. Bisogna quindi considerare tutte le variabili ambientali, come l’esposizione al sole, al vento, alla pioggia, la biodiversità ambientale e faunistica, l’altitudine, la composizione del suolo e così via. Insomma tutto il terroir nel quale la pianta di caffè nasce e cresce; 
  4. Sempre il coltivatore deve anche operare il giusto raccolto, raccogliendo quindi solo le drupe mature al punto giusto con una selezione manuale, lavorazione, evitando di far marcire, ammuffire o fermentare i chicchi in modo eccessivo ed errato, selezione, quindi vendere solo i chicchi senza difetti e dal grande potenziale, decorticazione corretta, ed infine valutare il miglior sistema di stoccaggio e trasporto;
  5. Il coltivatore, se è consapevole di aver lavorato al meglio, invia dei campioni a laboratori specializzati sparsi per tutto il mondo, nei quali i tecnici assaggiatori, chiamati Q-grader, tostano, estraggono e degustano la bevanda seguendo il protocollo SCA
  6. Se il caffè riceve almeno 80/100 punti, allora il caffè riceve la certificazione di Specialty coffee
  7. Poi bisogna tostare il caffè a regola d’arte, dando modo ai chicchi di esprimere il loro immenso potenziale e profilo aromatico, evitando quindi i difetti di tostatura o una cottura eccessiva, la quale rischia di bruciarli e renderli semplicemente molto amari; 
  8. Infine il barista o l’operatore casalingo devono estrarre la bevanda in modo corretto, evitando la sovra o sotto estrazione, che ne comprometterebbe il risultato in tazza in modo indelebile. 

Anche qui immagino sia molto chiaro come ottenere un caffè di estrema qualità non sia facile e che, ancora una volta, la soggettività c’entra poco. 

Inoltre si intuisce la lunghezza della filiera del caffè: ogni singolo anello che la compone deve lavorare al meglio per riuscire a mantenere costante l’elevata qualità fino alla realizzazione della bevanda che noi tutti amiamo! 


Un solo errore da parte di qualcuno rovinerebbe in via definitiva il risultato! 


I nostri Specialty coffee: 

Conclusione 

C’è anche da dire però che lo Specialty coffee non è un semplice caffè, non è solo un prodotto di elevata qualità e non rappresenta solo un diverso profilo aromatico. 


Lo Specialty coffee è amore, passione, dedizione e conoscenza. 
Lo Specialty coffee indica sostenibilità, cura, rispetto e trasparenza. 
Lo Specialty coffee è uno stile di consumo che coinvolge i nostri sensi e che ci porta attraverso differenti esperienze d’assaggio. 

Per questo motivo chi produce un caffè veramente di qualità ha voglia di raccontartelo e fartelo scoprire in ogni sua sfumatura. 


Lasciati appassionare anche te da questo incredibile mondo! 


E se vuoi saperne di più, iscriviti ad uno dei corsi della nostra Academy!

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Degustare un caffè e riconoscere tutte le sue note aromatiche, con Ernani https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/degustare-un-caffe-e-riconoscere-tutte-le-sue-note-aromatiche-con-ernani/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/degustare-un-caffe-e-riconoscere-tutte-le-sue-note-aromatiche-con-ernani/#respond Thu, 18 Jan 2024 09:16:30 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=31598 Spesso beviamo il caffè per abitudine, perché è buono e perché ci dà una carica energetica.  Ma lo abbiamo mai assaggiato con attenzione?  Quali gusti può avere un caffè? Quali note aromatiche può esprimere?  Come faccio a riconoscerle?  Con l’articolo di oggi risponderemo proprio a queste domande!     Da cosa dipende l’aroma del caffè? Il […]

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Spesso beviamo il caffè per abitudine, perché è buono e perché ci dà una carica energetica. 


Ma lo abbiamo mai assaggiato con attenzione? 
Quali gusti può avere un caffè?
Quali note aromatiche può esprimere? 
Come faccio a riconoscerle? 


Con l’articolo di oggi risponderemo proprio a queste domande!  

 

Da cosa dipende l’aroma del caffè?

Il caffè è una bevanda calda intensamente aromatica, in grado di sviluppare e sprigionare fino a 800 sostanze volatili durante la fase di tostatura, le quali concorrono alla creazione di quell’aroma che tutti noi conosciamo e appreziamo.


L’aroma finale di un caffè può essere influenzato da molteplici fattori, solo per citarne alcuni: 
  • La specie e la varietà botanica della pianta. Esempio: i pomodori non sono tutti uguali, esistono i datterini, il pachino, il cuore di bue, i ramati, ecc. anche per il caffè esistono diverse specie (le più conosciute e commercializzate sono Arabica e Robusta), e centinaia di diverse varietà. Ognuna produce dei chicchi con caratteristiche uniche, dalla forma, alle componenti chimiche, fino al profilo organolettico in tazza.
  • Il Terroir, quindi l’ambiente in cui la pianta è cresciuta, quindi la composizione del terreno, la quantità di vento, acqua e sole percepita durante l’anno, la biodiversità botanica e faunistica. Anche se si prendessero due piante identiche, ma piantate in due parti del mondo differenti, il gusto finale sarebbe quindi diverso.
  • La qualità stessa dei chicchi. Di uno stesso raccolto ci possono essere i chicchi più selezionati e meglio trattati, che doneranno alla tazzina aromi inediti, fini e pregiati. Poi ci sono gli scarti di produzione, pieni di difetti e dal gusto spesso acre, stantio, acerbo, marcio o addirittura muffo. 
  • La Tostatura. Si può prendere il migliore caffè al mondo, ma se viene tostato male, il gusto finale in tazza sarà amaro e con sentori empireumatici (di bruciato), se invece viene tostato a regola d’arte, darà alla bevanda le note aromatiche più pregiate; 
  • L’estrazione segue lo stesso discorso della tostatura: ho ottenuto fino a questa fase chicchi di caffè selezionati e di qualità, però poi alla fine sbaglio la macinatura, la dose, la temperatura o qualche altra fase della preparazione del caffè, facendolo diventare un prodotto di scarsa qualità: o amarissimo o acetico e astringente. 
     

Queste sono solo alcune delle variabili che creano il profilo aromatico di un caffè, però già ci fanno capire quanto questo può essere vario e ampio, passando da aromi di frutta, agrumi, fiori, cioccolato, frutta matura, frutta secca, frutta a guscio, caramello, miele, pan tostato, zucchero, ecc. 


Attenzione! 

Tutto ciò che abbiamo citato finora indica gusti e note aromatiche naturali! 

Sì perchè i chicchi crudi contengono questi aromi dentro di sé e non c’è bisogno di aggiungere boccette, gocce o profumi alimentari artificiali se il caffè è di qualità! 

 

I gusti principali di un caffè

I gusti principali che puoi trovare all’interno di un caffè sono: 

  • Amarezza
  • Acidità
  • Dolcezza 

Amarezza 
Il caffè non deve semplicemente essere amaro, anzi! 


Quando il caffè è davvero tanto amaro e poco altro è sintomo di chicchi scadenti e non selezionati. 

Al contrario quando riesci a percepire un equilibrio tra acidità, dolcezza ed una delicata amarezza, allora sì che quello è un buon caffè! 


Approfondimento sull’amarezza nel video qui sotto:

Il caffè risulta amaro nelle seguenti condizioni: 

  • Se è di specie Robusta: la robusta infatti è generalmente più amara dell’Arabica, in quanto contiene circa il doppio della caffeina e questa sostanza se presa da sola è davvero amarissima! 

 

  • Chicchi scadenti: se i chicchi non sono di ottima qualità, spesso sono marci, ammuffiti o hanno sentori negativi di legno bruciato, cenere, catrame, gomma, ecc. Tutto questo rende la bevanda finale più amara. 
  • Difetti di tostatura: se i chicchi vengono tostati male, creando difetti come lo scorching, il facing, il baking, ecc. l’amarezza diventa man mano sempre più intensa, persistente e soprattutto fastidiosa. 
  • Tostatura Scura: senza entrare troppo nel dettaglio… è più buona una pizza cotta al punto giusto o una pizza bruciata, con la base completamente nera? Ecco la stessa cosa vale per il caffè: una tostatura spinta, che brucia la superficie dei chicchi rende la bevanda fastidiosamente amara! 
  • Sovraestrazione: ossia quando si sbaglia la preparazione della bevanda e si va letteralmente a estrarre troppo dal nostro macinato. Ma come, più sostanze porto in tazza e più la bevanda sarà intensa, no? No, purtroppo non funziona così! Il tutto deve essere equilibrato, perchè se si estrae troppo la bevanda non sarà più intensa, ma solo più amara, con sentori di cenere, marcio e bruciato! 

Se vuoi scoprire come preparare al meglio il caffè con qualsiasi metodo di estrazione, scopri la nostra rubrica qui sotto! 

Acidità
L’acidità purtroppo viene spesso equiparata ad un difetto, mentre è una delle migliori qualità che possiamo trovare in un caffè!

Certo, non deve mai essere esagerata e fastidiosa, dopo tutto stiamo bevendo un caffè non una spremuta di limone. 


Ma avvertirla in modo nitido e avvolgente… beh, non si può desiderare di meglio! 


Questa è una caratteristica tipica dei caffè arabica più pregiati e d’altura, lavorati con il metodo lavato. 


Per conoscere nel dettaglio ogni singola caratteristica dell’acidità, clicca qui sotto: 

In sunto: senza l’acidità non avvertiremmo la complessità aromatica di un caffè e tutto diventerebbe “piatto”, senza emozione. Essa riesce a regalare freschezza, con la quale risulta più semplice avvertire qualsiasi altro aroma. 

 

Dolcezza 

La dolcezza è forse il gusto più difficile da riconoscere, forse perché il nostro cervello non è abituato a pensare ad un caffè come dolce, e quindi non ci presta neanche molta attenzione in fase di assaggio. 


Però ci sono caffè che sono estremamente dolci, con sentori di cioccolato al latte e/o frutta matura, nei quali si riesce a percepire la componente zuccherina. 


Questa è una caratteristica dei caffè arabica, cresciuti tra i 1000 ed i 1350 metri d’altitudine, lavorati con il metodo naturale. 

 

Quindi? 
L’arte del bilanciamento risiede nelle mani del tostatore, che per ogni specifico monorigine prova ed effettua test, per arrivare alla curva di tostatura perfetta per quei chicchi specifici e riuscire ad esaltare al massimo tutti i profumi. 


Ciò è però fattibile solo con una tostatura media, in quanto quella chiara esalta di più le note acide, mentre una tostatura scura rende il caffè solo amaro, andando a nascondere tutti gli aromi positivi. 

 

Gli aromi del caffè

In parte ne abbiamo già parlato qui sopra, quindi da dove derivano e da cosa sono influenzati.


Per aiutarci a individuarli e categorizzarli, possiamo utilizzare la “Ruota aromatica del caffè”, visibile qui sotto: 

Ruota aromatica del caffè: un cerchio segmentato con indicati tutti gli aromi possibili del caffè tra positivi e negativi

In questa possiamo vedere prima l’anello centrale, il quale segmenta i diversi aromi per macrogruppi, sia positivi che negativi.


Leggiamola insieme, quelli positivo sono: 
  • Agrumati – limone, lime, pompelmo rosa, arancia, ecc. 
  • Fruttati – mela, ananas, banana, frutti rossi, ciliegia, cocco, prugna, ecc. 
  • Floreali – rosa, gelsomino, tè, ecc. 
  • Dolci – vaniglia, zucchero, miele, ecc.
  • Cioccolato o frutta a guscio – noci, nocciola, mandorla, cioccolato al latte o fondente, ecc. 
  • Speziati – pepe, cannella, anice, ecc.  
  • Tostato – pane tostato, malto, tabacco da pipa, ecc. 
Quelli negativi sono invece: 
  • Vegetali – oliva, erba, prato bagnato, piselli, ecc. 
  • Altro – chimici, muffa, legno, terra, cenere, catrame, spazzatura, petrolio, gomma, medicinale, ecc. 

Riconoscerli non è sempre facile, perché molto spesso sono molto delicati e leggeri. Inoltre se il nostro cervello non è abituato ad analizzare i profumi ed i sapori in modo puntuale, il lavoro risulta complicato e spesso stancante. 


Ma basta allenarsi! 

Quando cucini, mangi, bevi o annusi un qualsiasi alimento, profumo, drink, bevanda cerca di concentrarti, assaporarlo piano piano, annusalo e cerca di ricordarti cosa hai avvertito, quali emozioni hai provato e a quale ricordo l’hai associato.

 

Come si degusta un caffè? 

Ti sei mai chiesto come si degusta un caffè da vero esperto? 


N.B. Adesso parleremo in modo generale della degustazione di un caffè, mentre se nello specifico vuoi sapere come si degusta un espresso, allora clicca qui sotto: 

Ma torniamo a noi. 

  1. Inizia con l’acquistare un caffè di qualità e prepararlo a regola d’arte, se vuoi per questa fase basta affidarsi a esperti come noi o presso il tuo bar di fiducia. Chiedi quindi un caffè e fatti raccontare di cosa si tratta. 
  2. Poi bevi un bicchiere d’acqua, così da pulire bene la bocca e prepararla al meglio per accogliere il caffè con la sua esplosione aromatica! 
  3. Porta la tazzina al naso e annusa: avverti sentori cattivi, che ti fanno subito fare una smorfia e storcere il naso? O vorresti che quel profumo durasse per sempre? Anche se non riconosci il profumo esatto va bene lo stesso, l’importante è che quello che avverti sia positivo!
  4. Ora assaggialo. Bevi a piccoli sorsi e possibilmente con un risucchio, lo stesso che ti rende maleducato se lo fai con una minestra. Quindi: quali gusti senti? Senti un po’ di acidità, dolcezza e amarezza? O una di queste prevale completamente sull’altra? Quali note aromatiche avverti? Riesci a individuarne qualcuna nello specifico? Nel complesso la bevanda è piacevole o vorresti subito dopo bere un bicchiere d’acqua e far andar via questo retrogusto cattivo? 
  5. Infine il retrogusto: lo avverti piacevole o sgradevole? Quanto è persistente nel tempo? Continua a essere piacevole anche dopo 10/15 minuti? 
Sono proprio queste le domande che devi farti mentre bevi un caffè con attenzione! 


Col tempo tutto diventerà automatico e semplice! Non dovrai più stare lì a concentrarti per riconoscere i gusti, fin dal primo sorso capirai subito cosa stai bevendo, con quale metodo di lavorazione era stato trattato, come è stato tostato e soprattutto se è di qualità o meno! 

 

E se vuoi saperne ancora di più ti aspettiamo al corso di “Degustazione dell’espresso” all’Ernani Academy! 

Ti aspettiamo! 

L'articolo Degustare un caffè e riconoscere tutte le sue note aromatiche, con Ernani proviene da Caffè Ernani.

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La Tostatura Media: facciamo chiarezza sulle diverse tostature del caffè + foto e video https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/la-tostatura-media-facciamo-chiarezza-sulle-diverse-tostature-del-caffe-foto-e-video/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/la-tostatura-media-facciamo-chiarezza-sulle-diverse-tostature-del-caffe-foto-e-video/#respond Thu, 11 Jan 2024 09:19:14 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=31566 Preparati alla lettura dell’articolo più esaustivo sulla Tostatura!   Perché si tosta il caffè?  Non si può parlare di tostatura, dei suoi livelli e delle sue fasi, se prima non si capisce il perché si tosta il caffè. Per questo vi lascio uno dei nostri video sull’argomento: https://www.youtube.com/watch?v=Y1nSPG-UIhw Riassumendo ciò che è stato detto: si […]

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Preparati alla lettura dell’articolo più esaustivo sulla Tostatura!

 

Perché si tosta il caffè? 

Non si può parlare di tostatura, dei suoi livelli e delle sue fasi, se prima non si capisce il perché si tosta il caffè.


Per questo vi lascio uno dei nostri video sull’argomento:

Riassumendo ciò che è stato detto: si tosta il caffè perché i chicchi crudi, se estratti con acqua, non donano alcun aroma piacevole alla bevanda finale. 

Inoltre non sono macinabili e quindi si potrebbe preparare la bevanda solo con i chicchi interi. 


Quindi se vogliamo un caffè a regola d’arte e dal gusto fine dobbiamo per forza prima tostarlo. 


Durante la cottura i chicchi subiscono mutazioni chimiche, fisiche e sviluppano il profilo aromatico. In ultimo i chicchi diventano friabili e quindi macinabili. 


Se vuoi approfondire tutto il processo di tostatura, ti consiglio di cliccare qui sotto e leggere gli articoli dedicati: 

I diversi livelli di tostatura 

La Tostatura si può dividere in 3 diversi macro livelli: 

  • Chiara 
  • Media 
  • Scura

Tra queste ci sono poi ulteriori sfumature, ma rendiamoci le cose semplici e parliamo dei tre macrogruppi: 

Prima di tutto impariamo a distinguerli. 

È molto semplice: basta operare un controllo visivo. 

Infatti nell’immagine vediamo subito il primo gruppo a sinistra, con i chicchi a tostatura chiara, nel centro quella media e sulla destra quella scura. 


Facile vero? 


Ora parliamo dei pregi e dei difetti che i diversi livelli donano alla bevanda estratta: 
Leggendo la tabella quindi si capisce subito al volo che la tostatura Media dona il perfetto equilibrio tra gusto e aromi, crema e corpo e adattabilità ai diversi metodi di estrazione. 

La Tostatura Media infatti, o meglio medio-chiara come la nostra di Caffè Ernani, può essere usata per diversi metodi di estrazione, rende la bevanda intensa e profumatissima, senza eccedere mai con l’amarezza. Rende inoltre i caffè delicati ed espressivi, ma senza rinunciare alla cremosità ed alla corposità che tanto ricerchiamo nei nostri espressi italiani. 

L’amarezza c’è, ma è delicata e piacevole, così come l’acidità e la dolcezza.

Vista così la Tostatura Media sembra la migliore… allora perchè non la utilizzano tutti? 

Per due motivi: 

  1. Nei paesi nordici dell’Europa o ad esempio in America, Canada e Australia, nei quali il caffè più consumato è il caffè filtro, la tostatura migliore è quella chiara. Queste estrazioni molto lunghe infatti non hanno la necessità di avere una bevanda corposa, ma al contrario hanno bisogno di un caffè finemente acido e con un ventaglio aromatico ampio e ben definito. In questi stati quindi è più comune trovare caffè a Tostatura Chiara. 
  2. Nei paesi come il nostro, nei quali invece è l’espresso che vince nei consumi fuori o dentro le mura domestiche, dobbiamo per forza avere dei chicchi che ci permettano di creare una crema setosa ed un corpo rotondo in tazza. La tostatura chiara non va bene, mentre è preferibile quella media. Per fare la Tostatura Media però bisogna obbligatoriamente partire da un caffè crudo pregiato e di elevata qualità, quindi più costoso. Per mantenere invece i prezzi bassi molti torrefattori acquistano caffè di bassa qualità, vedendosi poi costretti a tostarlo ad un livello scuro. 

Capiamo meglio il perché! 

La Tostatura Media, esattamente come esalta le note aromatiche positive, esalta anche tutte le note negative ed i possibili difetti, quindi bisogna per forza partire da una materia prima di qualità! 

Le note aromatiche negative possono essere ad esempio: legno, muffa, yuta, stinker, erba, fieno, terra, cenere, catrame, gomma, ecc. 

I difetti del caffè verde possono essere ad esempio: chicchi rotti, acerbi, marci, ammuffiti, bucati da insetti, conchiglie, ecc. 

Per approfondire tutti i difetti del caffè verde, clicca qui sotto: 

Qual è la differenza tra un caffè di qualità e uno che non lo è? 


Oltre ovviamente alla qualità di per sé e quindi il gusto finale… ma la differenza principale è il costo! 


Vuoi vendere il tuo prodotto finale in un supermercato a € 3,00 per 250g di macinato?

Se vuoi anche guadagnare devi per forza acquistare un caffè di bassa qualità, con difetti e quindi a basso prezzo. 


Vuoi puntare sulla qualità, invece che sul prezzo di vendita basso? 

Allora acquisti caffè di qualità ad un costo molto più elevato. 


Capita questa differenza, chiunque opti per la prima scelta, deve per forza adottare la Tostatura Scura, in quanto con la fortissima amarezza ti permette di nascondere e coprire tutti gli altri difetti. 


Se invece il torrefattore vuole vendere un caffè di qualità veramente elevata, acquisterà una materia prima pregiata, selezionata e senza difetti e la tosterà ad un livello Medio, esaltando al massimo tutti i pregi e gli aromi naturali dei chicchi scelti. 


Infatti, come puoi ascoltare nel video qui sotto, il compito del Torrefattore, se vuole lavorare bene e dare dignità a tutta la lunghissima filiera, è quello di esaltare l’ottimo lavoro svolto dalle figure che vengono prima di lui, grazie alla Tostatura. 

La Tostatura artigianale 

C’è un’ulteriore variabile in tutto ciò: la tipologia di impianto che l’azienda possiede. 

Esistono infatti impianti artigianali, con pochi ma essenziali macchinari, nei quali il lavoro del tostatore e le sue abilità sono fondamentali per ottenere un prodotto di qualità. 

Questo è ad esempio il caso di noi di Caffè Ernani! 

I nostri tostatori infatti, Paolo e Andrea, hanno da subito seguito un lungo e complesso iter di formazione ed affiancamento per comprendere a fondo ogni singola fase e variabile del processo di cottura e poterle quindi maneggiare con estrema cura e precisione. 

Senza loro due e senza la loro passione, il nostro prodotto non sarebbe quello che è e non avrebbe la qualità e la ricerca che tanto desideravamo quando aprimmo il Laboratorio di Tostatura di Desio. 

Purtroppo ti sorprenderà questa cosa, ma non tutti i torrefattori sono formati e non tutti sanno come padroneggiare le variabili e come modificarle per ottenere il risultato desiderato. 

In questo secondo caso infatti scegliere la Tostatura Media diventa un rischio, perché il passo da un caffè di qualità ad uno pessimo è davvero breve e sbagliare è facile. 

Meglio optare quindi per la Tostatura scura, tanto il caffè sarà sempre amaro e non si può sbagliare se non ricerchi la perfezione… 

Infine la Tostatura Media è più complicata se l’impianto è industriale e completamente automatizzato, nel quale i macchinari ed i computer sostituiscono il torrefattore. 

Il caffè infatti è un prodotto naturale, quindi varia nel tempo. Le piante danno diversi frutti di lotto in lotto e di anno in anno. Il torrefattore deve quindi modificare la curva di tostatura sulla base del chicco che si trova davanti per quel momento specifico. 

Se questo lavoro viene fatto da computer, con una curva di tostatura standard e preimpostata è meglio optare per una tostatura scura o almeno medio-scura, così che al più il caffè risulta leggermente più amaro, piuttosto che avere altri difetti come astringenza o una cattiva acidità. 

Puoi scoprire tutti i difetti di tostatura in questo video: 

È venuto prima l’uovo o la gallina? 

Un titolo ironico solo per riflettere sul: in passato si utilizzava la tostatura scura o quella media? 


Domanda che può sembrare fuori contesto, ma siamo talmente abituati ad acquistare o consumare in giro caffè a Tostatura Scura che ormai siamo convinti che quello sia il “vero caffè italiano” con un gusto “forte” e “amaro”. 


“La tostatura Media e quella Chiara sono arrivate dopo solo per i nerd spendaccioni sul caffè.”


In realtà è proprio il contrario! 


In passato, dal Settecento fino agli anni ‘50 del Novecento il caffè veniva tostato principalmente ad un livello Medio. 


Sulla qualità della bevanda non c’era alcuna discussione: o era profumata, morbida e accogliente o niente! 


Ce lo dice un manualetto scritto proprio nel 1836: 

La Tostatura Scura è stata introdotta in Italia negli anni Cinquanta, durante il Boom economico, per rendere il caffè un prodotto di massa, abbassando i prezzi di vendita e quindi la qualità della materia prima e rovinando così l’intera filiera. 


Le grandi marche che noi tutti conosciamo hanno investito così tanto nel marketing degli ultimi sessant’anni, che sono arrivati a farci credere che quei caffè scadenti e amari, fossero in realtà il vero gusto del caffè. 


Ma noi sappiamo che non è così… 

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Cos’è lo Specialty Coffee? https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/cose-lo-specialty-coffee/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/cose-lo-specialty-coffee/#respond Thu, 29 Jun 2023 13:25:10 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=28365 Iniziamo subito col dire che lo Specialty coffee non è un semplice caffè, non è solo un prodotto di elevata qualità e non rappresenta solo un diverso profilo aromatico.  Lo Specialty coffee è amore, passione, dedizione e conoscenza.  Lo Specialty coffee indica sostenibilità, cura, rispetto e trasparenza.  Insomma lo Specialty coffee è uno stile di […]

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Iniziamo subito col dire che lo Specialty coffee non è un semplice caffè, non è solo un prodotto di elevata qualità e non rappresenta solo un diverso profilo aromatico. 

Lo Specialty coffee è amore, passione, dedizione e conoscenza. 
Lo Specialty coffee indica sostenibilità, cura, rispetto e trasparenza. 
Insomma lo Specialty coffee è uno stile di consumo che coinvolge i nostri sensi e ci porta attraverso differenti esperienze al momento dell’assaggio. 

Se anche tu sei un appassionato di caffè e ami la bevanda in tutte le sue sfumature devi leggere questo articolo! 

Indice:

Definizione di Specialty Coffee

Il concetto di Specialty viene utilizzato per indicare un caffè prodotto in speciali condizioni climatiche e ambientali, che gli conferiscono un particolare profilo di gusto e aroma, quindi ben selezionato e lavorato per rispettarne le caratteristiche uniche. 


La definizione viene fornita in America negli anni ‘70 dalla Specialty Coffee Association (SCA), determinando gli standard internazionali per la sua valutazione. Quindi è un caffè che:

  • Ha ottenuto un punteggio al cupping di almeno 80 punti su 100
  • Presenta zero difetti primari 
  • Presenta al massimo 5 difetti secondari 


Per scoprire i difetti che un caffè può avere leggi l’articolo dedicato: 

Le valutazioni sull’aspetto, quindi il controllo dei difetti visivi, vengono effettuate su un campione di 300 g di caffè verde. 

Mentre le valutazioni sulle proprietà organolettiche vengono effettuate tostando, macinando ed estraendo il caffè, per procedere poi all’assaggio professionale tramite il metodo cupping, dopo il quale viene assegnato un punteggio, ossia il “cupping store”. 


Questo metodo di assaggio è standard e uguale in tutto il mondo, e viene effettuato da professionisti certificati dalla SCA, ossia i Q-grader, i più esperti sommelier del caffè.  


Guarda il video qui sotto per vedere come si effettua il cupping: 

Questa definizione però non basta a raccontare l’anima di un vero Specialty Coffee. 

 

Il ciclo di vita 

Se acquisto un caffè di elevatissima qualità ma poi viene trasportato, stoccato, tostato ed estratto nel modo sbagliato, rimane comunque uno Specialty coffee? 

La definizione non prevede questi passaggi, ma è comunque un “no” netto! 


Questo perché al di là dei dovuti tecnicismi che forniscono degli standard qualitativi da rispettare, lo specialty coffee è molto di più, come detto all’inizio dell’articolo. 

La filiera è lunga e composta da numerosi attori diversi, ognuno dei quali gioca un ruolo fondamentale. 


Infatti, a differenza ad esempio di come può essere il vino, settore nel quale anche solo una persona può essere responsabile dell’intera filiera, il caffè arriva in tazza dopo una lunga serie di passaggi di testimone, dal coltivatore, all’importatore, al tostatore, al distributore, fino al barista. 


Per capire quindi cos’è lo Specialty coffee e perchè è così pregiato, dobbiamo analizzare il ruolo svolto da ciascuna professione. 


La cosa “strana”, se così si può definire, è che il caffè pregiato in realtà è solo un “potenziale”. 

Mi spiego meglio: in realtà finché noi non tostiamo ed estraiamo la bevanda non conosciamo veramente il suo profilo gustativo. Quindi fino a prima di questi passaggi noi abbiamo in realtà solo una “promessa” di ciò che potrà essere.


Inoltre, come già detto, tutti i protagonisti devono lavorare al meglio. 

La qualità del caffè crudo può solo essere mantenuta nel tempo, ma se qualcuno di noi sbaglia, abbassa la qualità e questa non si potrà più recuperare in seguito: il caffè è ormai rovinato. 


Ecco quindi i passaggi cruciali nella produzione del caffè di qualità. 


1. La Coltivazione 
Foto di una pianta di caffè con i frutti maturi rossi

Coltivare un caffè di qualità non è affatto banale, in quanto comprende: 

  • La scelta di un’ottima varietà, per di più adatta al luogo in questione; 
  • L’esposizione al sole, al vento, alla pioggia, la biodiversità ambientale e faunistica, l’altitudine, la composizione del suolo e così via. Insomma tutto il terroir nel quale la pianta di caffè nasce e cresce; 
  • Il giusto raccolto, lavorazione, selezione, decorticazione, stoccaggio ecc. 

Insomma le variabili sono moltissime e nessuna di queste può essere lasciata indietro. 


Spesso i produttori trascorrono generazioni perfezionando l’approccio alla coltivazione del caffè speciale, dedicando la loro vita a migliorare le qualità e non la quantità, per di più nel rispetto dell’ambiente e delle persone. 


2. La Lavorazione 
Foto dei chicchi di caffè stesi al sole per terra a ad asciugare con ancora la polpa e la buccia, metodo naturale.

Una volta completato il raccolto, parte il lungo viaggio verso la tazzina, che inizia con la lavorazione del caffè ancora in piantagione. 


Esistono vari metodi per processare il caffè, se vuoi scoprirli tutti clicca qui: 

A prescindere però di quale venga scelto, l’importante è che i chicchi non vengano danneggiati, anzi l’obiettivo è di esaltare le qualità positive del caffè verde. 


3. Il trasporto

Infine il caffè deve riposare prima di essere venduto e trasportato. 

Ora l’umidità, la temperatura dei contenitori e le condizioni di stoccaggio diventano le criticità da affrontare. Anche piccoli errori possono intaccare del tutto il potenziale qualitativo di cui abbiamo parlato prima. 


4. La Tostatura 
Foto della tostatrice da 60kg di Caffè Ernani gialla e nera.

Siamo arrivati in Italia con il caffè pronto per essere cotto. 


Questo è uno dei passaggi più cruciali dell’intero processo, perché basta uno o due gradi in più in tostatrice o una manciata di secondi di variazione per rovinare l’intero lotto. 


La tostatura può infatti esaltare i pregi come distruggere completamente il potenziale aromatico di uno Specialty coffee. 


La tostatura è un’arte artigianale che richiede un alto grado di conoscenza ed esperienza per riuscire a creare profili organolettici degni di un caffè pregiato. I chicchi devono essere controllati costantemente durante il processo e devono rispettare il più alto standard di qualità possibile del chicco tostato. 


5. Macinatura ed estrazione 
Foto di quattro macinacaffè on demanda alla Torrefazione Ernani a Milano con quattro diversi caffè al suo interno.

E arriviamo infine al barista, l’anello di congiunzione indispensabile tra la produzione del caffè ed il consumatore finale. 


Fare un caffè a regola d’arte non è affatto scontato e semplice, richiede competenze ed esperienze, tanto come quelle del tostatore. Il barista deve essere in grado di valutare il caffè da acquistare, per poi macinarlo ed estrarlo nel miglior modo possibile. 

Per arrivare a saper gestire tutte le variabili servono anni di studio e pratica. 


6. Divulgazione 

Ma il lavoro del barista non finisce qui, perché deve anche informare, raccontare e guidare correttamente il consumatore. 

Un buon barista conosce il prodotto ed il gusto dei suoi clienti, comprende le esigenze e consiglia l’acquisto e guida durante l’esperienza. 


Insomma il barista deve essere un grande oratore, esperto e professionale. 

 

Ora ammettilo, ti aspettavi che per definire un caffè “Speciale” serviva una lista così lunga di parametri, considerazioni e caratteristiche? 


Per non parlare poi della sostenibilità e della tracciabilità della filiera. 

Questo perché chi produce lo Specialty, non contando sulla quantità, ma sulla qualità, ama e rispetta il mondo in cui è immerso e le persone che ne fanno parte, non sfrutta ma premia! 


Inoltre si riduce la filiera, perché lo stesso torrefattore non comprerà più da un crudista italiano, che ha acquistato il lotto da un broker straniero, che era in contatto con un agente di una piantagione casuale e commerciale. 


Il tostatore quando spende così tanti soldi per dei chicchi pregiati è direttamente in contatto con il coltivatore e sa esattamente la strada percorsa da ogni chicco, rendendo poi tutto questo disponibile ai suoi clienti. 


Quindi trasparenza e conoscenza sono alla base dello Specialty. 

 

Lo Specialty coffee in Italia 


Per quanto crediamo che in Italia si consumi uno dei caffè migliori al mondo, in realtà il nostro Bel Paese è uno dei meno flessibili ed esperti in materia. 


Il forte attaccamento alle tradizioni ed il mancato interesse sull’informazione non ha permesso infatti di svilupparsi verso una maggiore qualità di consumo. 


Tutto questo però non ha impedito a numerose realtà, tra cui anche noi di Caffè Ernani, di trattare queste materie prime con l’obiettivo di divulgare passione, amore e conoscenza! 


La community italiana intorno al caffè speciale è in continua crescita, costruendo giorno dopo giorno standard elevatissimi. 


Noi di Ernani ci crediamo tantissimo e abbiamo l’unico sogno di farti assaggiare una volta nella vita un caffè “diverso” da quelli comunemente acquistati. 

 

Ecco quindi i nostri caffè Specialty che ti consigliamo: 

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Viaggio del caffè in Etiopia | CAFFÈ ERNANI https://www.caffeernani.com/video/viaggio-del-caffe-in-etiopia-caffe-ernani/ https://www.caffeernani.com/video/viaggio-del-caffe-in-etiopia-caffe-ernani/#respond Wed, 21 Jun 2023 10:00:00 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=27981 L'articolo Viaggio del caffè in Etiopia | CAFFÈ ERNANI proviene da Caffè Ernani.

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Quale intensità deve avere un buon caffè? | CAFFÈ ERNANI https://www.caffeernani.com/video/quale-intensita-deve-avere-un-buon-caffe-caffe-ernani/ https://www.caffeernani.com/video/quale-intensita-deve-avere-un-buon-caffe-caffe-ernani/#respond Wed, 14 Jun 2023 10:00:00 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=27967 L'articolo Quale intensità deve avere un buon caffè? | CAFFÈ ERNANI proviene da Caffè Ernani.

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Viaggio del caffè in Brasile | CAFFÈ ERNANI https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/viaggio-del-caffe-in-brasile-caffe-ernani/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/viaggio-del-caffe-in-brasile-caffe-ernani/#respond Wed, 24 May 2023 10:00:00 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=27946 L'articolo Viaggio del caffè in Brasile | CAFFÈ ERNANI proviene da Caffè Ernani.

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Cosa significa caffè Arabica? – Tutto quello che c’è da sapere https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/cosa-significa-caffe-arabica-tutto-quello-che-ce-da-sapere/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/cosa-significa-caffe-arabica-tutto-quello-che-ce-da-sapere/#respond Fri, 19 May 2023 08:14:33 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=28121 Mi capita spesso di entrare nei bar e sentire le parole “miscela arabica” o “caffè 100% arabica”, come manifesto dell’assoluta ed ineccepibile qualità innegabile di quel caffè.  Ma cosa significano queste parole? Sono utili per indicare una qualità superiore?  Scopriamolo insieme in questo nuovo articolo di ABCoffee!  Sul tema vedo spesso una grande confusione generale […]

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Mi capita spesso di entrare nei bar e sentire le parole “miscela arabica” o “caffè 100% arabica”, come manifesto dell’assoluta ed ineccepibile qualità innegabile di quel caffè. 


Ma cosa significano queste parole? Sono utili per indicare una qualità superiore? 

Scopriamolo insieme in questo nuovo articolo di ABCoffee! 

 

Sul tema vedo spesso una grande confusione generale sia da parte degli operatori del settore, sia dei consumatori. 

Infatti le parole “miscela arabica” o “caffè 100% arabica” buttate così a caso, senza una spiegazione aggiuntiva, come un motto… non ci dicono nulla in realtà! 


L’unica informazione che ci danno è: il caffè in questione è un arabica. 
  • Ma è una miscela o un monorigine? 
  • Da dove proviene il caffè? A quale altitudine è stato coltivato? Di quale varietà è?
  • Con quale metodo è stato raccolto e poi processato? 
  • A che livello è stato tostato? 
  • È uno Specialty coffee?

Per fare un paragone semplice, dire “Arabica” senza dare tutte le altre informazioni è un po’ come dire “vino rosso” in generale, ma quale vino rosso? Proveniente da quale zona, di quale varietà botanica, di quale profilo aromatico, di quale anno? 


Quindi per capire veramente il caffè che abbiamo di fronte, la sua qualità ed il possibile profilo gustativo, necessitiamo per forza di altre informazioni. 

 

Cosa ci aspettiamo da un caffè arabica? 

Sicuramente ci aspettiamo una grande qualità, ed in parte è vero. 

Vengono infatti considerati più pregiati rispetto ai chicchi di Robusta, grazie alla complessità aromatica ed alla finezza che ci possono regalare. 


Di conseguenza ci aspettiamo un caffè piacevolissimo, molto profumato e intenso. 


Ma è davvero così? 

Dipende!


  • I caffè arabica possono offrire spettri aromatici ampi e incredibili, che sorprendono ad ogni sorso. Hanno però tendenzialmente una buona acidità e dolcezza, contro una minore amarezza. Se quindi quello che stavi cercando era un caffè poco acido e più amaro, un monorigine o una miscela 100% arabica non fanno al caso tuo! 

Puoi approfondire le differenze tra Arabica e Robusta qui: 

  • I caffè Arabica, come già detto, sono generalmente molto profumati, MA solo se vengono selezionati e tostati correttamente dal torrefattore! 

Paragoniamo sempre il mondo del vino: non esiste una sola ed unica tipologia di vino, cantina e metodo di preparazione. Per fortuna abbiamo una scelta pressoché infinita, perfetta per soddisfare ogni palato, aspettativa e anche portafoglio

La stessa identica cosa vale per il caffè. 

Se un torrefattore vuole puntare sulla quantità, di sicuro la qualità sarà molto bassa, e viceversa. 

Inoltre bisogna considerare anche il livello di tostatura adottato, il quale influenza in modo indelebile il profilo aromatico del caffè. Possiamo infatti scegliere il caffè più pregiato del mondo, ma se lo tostiamo ad un livello scuro, bruciandolo, in tazza non troveremo mai le incredibili note aromatiche di cui abbiamo parlato, ma solo una forte amarezza e sentori empireumatici (di bruciato). 

Se vuoi saperne di più sulle differenze tra tostatura chiara, media e scura, clicca qui sotto: 

  • Intenso… anche questo termine dipende molto dal caffè in oggetto, quindi la sua origine, varietà e livello di tostatura. 

Scopri il significato del termine intensità qui sotto: 

Abbiamo quindi capito che ci sono troppi fattori per poterci limitare al termine “Arabica” per descrivere un caffè. E soprattutto abbiamo anche capito che chi si limita a descrivere un caffè usando solo questo termine e non conosce nessun’altra caratteristica… forse non sa di cosa parla e non conosce neanche il prodotto venduto. 

 

Definizione tecnica del caffè Arabica

Partiamo con il dire che l’Arabica è, insieme alla Canephora (Robusta), una delle specie di caffè più commercializzate al mondo. 


Sempre per fare il paragone con il vino, quando si parla delle differenze tra Arabica e Robusta è come se si parlasse delle differenze tra vino bianco e vino rosso: due mondi opposti! 


Oggi definiamo l’Arabica: 
  • La pianta preferisce climi subtropicali e tropicali, con temperature tra i 15°C ed i 24°C. 
  • Sempre per la sua sensibilità alle temperature troppo elevate, la pianta cresce ad  altitudini elevate: a partire dai 700 m sul livello del mare, per superare anche i 2200/2400 m di altezza. 
  • Inoltre la pianta di Arabica ha 44 cromosomi, il doppio rispetto ai 22 della Robusta. Ciò la rende autogama, ossia autoimpollinante, quindi non dipende da insetti o dalle condizioni metereologiche per la riproduzione. 
  • Può crescere fino ai 6 metri, ma viene potata intorno ai 2 m per facilitare il lavoro dei raccoglitori.
  • La fioritura e la successiva maturazione dei frutti avviene una volta l’anno e dura circa 6-9 mesi. 
  • Il chicco è allungato (8-12 mm), piatto e ovale, con un solco centrale sinuoso. 
  • Sono poco amari perché contengono metà caffeina rispetto ai Robusta, circa tra lo 0,8% ed il 1,6%. 
  • Sono molto profumati grazie al fatto che crescono in altitudine: con l’escursione termica tra il giorno e la notte, tipica delle montagne, la pianta per proteggersi sviluppa una maggiore densità, che si può tradurre in maggiore concentrazione di zuccheri e oli, i quali appunto permettono di sviluppare un profilo aromatico più ampio e fine. 
  • I descrittori aromatici principalmente usati sono: fruttato, floreale, cioccolato, frutta a guscio e agrumato.
  • Infine, se estratto in espresso, presenta una crema con trama fine, a maglia compatta, persistente, lucida e setosa. 
Due chicchi di arabica e Robusta a confronto nel dettaglio. Chicchi tostati, uno più grande e allungato, quello arabica e l'altro, il robusta, più piccolo e rotondo.

A sinistra chicco tostato di Arabica, a destra chicco tostato di robusta. 

 

I diversi risultati in tazza  

Lo abbiamo già detto, ma è bene ripeterlo: i caffè Arabica non sono tutti uguali! 


Oltre a lasciarvi qui di seguito una tabella con descritti i gusti generali dei caffè legati al paese d’origine, vediamo anche velocemente i metodi di processazione. 

Tabella 1 dove mostro gli stati produttori di caffè, tra cui: Brasile, Colombia, Venezuela, Perù, Guatemala e Giamaica ed i gusti generale che si possono trovare del caffè.
Tabella 2 dove mostro gli stati produttori di caffè, tra cui: Hawaii, Etiopia, Kenya, India e Costa Rica ed i gusti generale che si possono trovare del caffè.

Ricordo che questa è una differenziazione generale. Non è detto che tutti i caffè colombiani abbiano sentori di mandorla, ma solo che la maggior parte dei caffè colombiani presentano questa caratteristica, ma possono anche allontanarsi dalla descrizione qui sopra riportata. 


Inoltre esistono anche diversi metodi di lavorazione del caffè crudo. I due metodi principali sono lavato e naturale. 

Il primo offre al caffè, grazie alla fase di fermentazione, un profilo aromatico più ampio unito ad una spiccata acidità. 

Il secondo invece, quello naturale, offre una tazza finale più cremosa, corposa e dolce, andando così a bilanciare la morbida acidità con una buona dolcezza e rotondità. 


Per approfondire i metodi di lavorazione del caffè crudo, clicca qui sotto: 

Riassumendo, ora sai…

  1. Che i caffè Arabica sono in genere i caffè più pregiati, se:
  • privi di difetti;
  • altamente selezionati;
  • a tostatura media o chiara. 

2. Che la parola “Arabica” senza tutto il contesto non ci dice molto né sulla qualità né sul profilo aromatico del caffè. 

3. Che l’Arabica è generalmente dolce, acida e molto aromatica, al contrario della Robusta che è più amara, corposa e caffeinica. 

4. Che può essere più o meno dolce, acida o corposa in base al metodo di lavorazione lavato o naturale. 

5. Che presenta diversi profili aromatici sulla base della sua varietà e provenienza. 

Attenzione anche a…

Settimana scorsa in azienda siamo stati incuriositi da un caffè di un’altra torrefazione. 

L’etichetta diceva “Miscela di 100% arabica pregiati”, il brand già lo conoscevamo, ma non avevamo mai assaggiato questa specifica miscela, quindi l’abbiamo acquistata, analizzata e testata. 

Ciò che abbiamo scoperto è stato davvero deludente…

Non solo non era 100% arabica, ma i caffè robusta inclusi nella miscela erano anche di qualità davvero bassa e pieni di difetti. Anche la parte di arabica, che secondo noi non era superiore al 50%, era di bassissima qualità. 

L’assaggio poi ha confermato tutto ciò che avevamo riscontrato e ha fatto emergere altri difetti dovuti alla tostatura. 

Insomma il succo è: scrivere 100% arabica è veloce e non richiede alcuno sforzo al produttore, anche se molto spesso sta prendendo in giro i consumatori. 

Siete voi quindi che dovete andare oltre, in tre semplici modi: 
  1. Diffidate dai supermercati, nel 99% dei casi non hanno caffè di qualità; 
  2. Controllare in etichetta se sono indicate le origini dei diversi caffè che compongono la miscela, il livello di tostatura ed eventuali altre informazioni utili, come la descrizione del profilo aromatico, l’altitudine ed i metodi di lavorazione dei caffè crudi o un eventuale riferimento ad un sito per l’approfondimento della stessa; 
  3. Chiedete a chi avete di fronte! Se siete in un bar o in una torrefazione non abbiate timore, fate domande! Fidatevi che chi fa questo lavoro con conoscenza e passione sarà solo che felice di avere finalmente davanti qualcuno interessato ad ascoltarlo, qualcuno a cui raccontare la bellissima storia del caffè che serve, che con tanta fatica e studio ha creato. Se al contrario alla prima domanda già tentennano, non sanno neanche che cosa vendono e fondamentalmente cos’è quel caffè. 

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Caffè “all’americana”: miscela o monorigine? Ecco come scegliere il caffè ideale! https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/caffe-allamericana-miscela-o-monorigine-ecco-come-scegliere-il-caffe-ideale/ https://www.caffeernani.com/conoscere-il-caffe/caffe-allamericana-miscela-o-monorigine-ecco-come-scegliere-il-caffe-ideale/#respond Thu, 11 May 2023 07:32:35 +0000 https://www.caffeernani.com/?p=28053 Sempre più persone preparano il proprio caffè nello stile americano: che sia filtro carta o metallo, con strumenti automatici o completamente manuali, seguendo metodi a immersione, percolazione o infusione, possiamo definirli tutti caffè “all’americana”. Insomma gli strumenti adatti alla sua preparazione sono innumerevoli e le ricette altrettanto. Ma la domanda che accomuna tutti i suoi […]

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Sempre più persone preparano il proprio caffè nello stile americano: che sia filtro carta o metallo, con strumenti automatici o completamente manuali, seguendo metodi a immersione, percolazione o infusione, possiamo definirli tutti caffè “all’americana”.
Insomma gli strumenti adatti alla sua preparazione sono innumerevoli e le ricette altrettanto.

Ma la domanda che accomuna tutti i suoi avventori è: quale caffè devo scegliere per un ottimo risultato?

La risposta è molto semplice: un monorigine o una miscela 100% arabica, di grande qualità e tostata ad un livello medio-chiaro.

Vediamo ora il perché!

Perché scegliere un monorigine?

Iniziamo con il dire che il caffè all’americana, o come preferisco chiamarlo io il caffè filtro, a differenza dell’espresso è una bevanda molto diluita.

Questo offre indubbiamente un caffè meno cremoso e corposo, ma più delicato e profumato.

Inoltre i tempi di estrazione sono molto più lunghi: se l’espresso si prepara in circa 25-30 secondi, il caffè filtro richiede dal minuto e mezzo fino ai 6 minuti, e se consideriamo il Cold Brew arriviamo anche alle 24 ore.

Queste due caratteristiche ci comunicano entrambe un’informazione importante: la Robusta non serve.

La Robusta attribuisce le seguenti caratteristiche al caffè estratto: amarezza e corposità.
Per questo viene solitamente inserita nelle miscele da bar italiane, proprio per dare corpo all’espresso.

Ma se in questa bevanda in stile americano per definizione il corpo e la crema non ci sono, allora perchè inserire la robusta?

Inserendola quindi l’unico effetto che produrrà è rendere la tazzina più amara, con sentori di legno e a volte erba.
Seguendo sempre questo discorso e considerano ora anche i tempi di estrazione prolungati, la robusta esprimerebbe ancora più amarezza ed accentuerebbe ancora di più le note legnose.

Perché quindi inserirla quando invece potremmo ottenere tazze profumatissime e con sentori aromatici incredibili?

Al contrario i caffè arabica offrono proprio questi pregi ricercati: dolcezza, freschezza e ampi e pregiati ventagli aromatici.

Capiamo bene quindi che le arabica sono quelle che fanno al caso nostro.

Serve un caffè di qualità elevata?

Bisogna ora fare attenzione ad un altro fattore: la qualità dei caffè arabica selezionati. 


Non sono infatti tutte uguali, esistono centinaia di varietà di piante differenti, che coltivate in aree geografiche diverse tra loro offrono una miriade di profumi e aromi differenti. 


Per esempio i caffè Etiopi in generale sono molto verticali, con un’acidità spinta e agrumata, accompagnata da sentori più delicati di fiori e frutti rossi. 

Mentre i Colombiani sono caffè altrettanto delicati, ma spinti più sulla frutta a guscio, tra i quali la mandorla è quella che spicca maggiormente. 

Infine i caffè brasiliani sono in genere molto dolci e cioccolati. 


In fondo all’articolo trovate una tabella con la descrizione generale di alcuni dei caffè più conosciuti al mondo, ma ricordate che sono macro distinzioni e che non per forza tutti i caffè di uno stato devono avere il profilo aromatico descritto, si tratta solo di informazioni generali. 


Inoltre, una volta selezionato il caffè d’interesse dobbiamo capire se ha difetti. 

I difetti possono essere fisici, come chicchi malformati, rotti o bucati da insetti, marci, acerbi, ammuffiti e così via. Oppure olfattivi e gustativi, quindi chicchi che portano in tazza note aromatiche cattive, come petrolio, chimico, terra, prato bagnato, muffa, cenere, catrame, gomma ecc. 


Questi metodi a filtro, per i motivi sopra descritti, esaltano al massimo tutte le note aromatiche, sia quelle positive, che quelle negative. 

Essendo già ad esempio la cenere un aroma che speriamo di non trovare in nessun caffè, figuriamoci se viene pure esaltato. 


Se si vuole preparare quindi un ottimo caffè “all’americana”, bisogna per forza puntare in alto sulla qualità. 


Per riconoscerla si può in primis affidarsi a torrefazioni esperte, diffidando dei caffè trovati al supermercato. 

Meglio recarsi in qualche punto vendita di un torrefattore o al suo sito online, leggere tutte le diverse informazioni che dà sui suoi caffè ed infine chiedere! 

Se un torrefattore ha infatti selezionato un buon caffè, pagandolo anche molto di più di altri caffè scadenti, fidati che conoscerà ogni sua caratteristica e non vede l’ora di raccontartela. 


Se al contrario sa solo che viene generalmente dal “Brasile” e pochissimo altro se non proprio nient’altro, sicuramente non ha basato la selezione sulla qualità. 

 

Se vuoi saperne di più iscriviti alla nostra newsletter qui sotto e scarica gratuitamente la Guida “Come riconoscere un caffè di qualità, prima, durante e dopo l’assaggio”:

Perché scegliere un caffè a Tostatura Medio-chiara?

Infine bisogna considerare il livello di tostatura. 


Come ormai già saprai esistono 3 macro livelli di tostatura: 

  • Chiara – la quale riesce ad esaltare tutte le note aromatiche dei chicchi crudi oltre all’acidità, ma lascia qualche sentore di erbaceo o di estrema freschezza;
  • Media – la quale esalta al massimo tutte le note aromatiche dei chicchi crudi, bilanciando alla perfezione acidità e dolcezza;
  • Scura – la quale al contrario rende i caffè piuttosto amari, in quanto le note di bruciato sono così forti che vanno a coprire le altre note più delicate e positive.

Applicando lo stesso ragionamento fatto prima, per i caffè filtro andiamo sicuramente subito ad eliminare la tostatura scura, perché ottenere una intera mug di caffè amaro e con sentori di bruciato non ci interessa. 


La tostatura ideale al contrario è una medio-chiara, a metà tra le prime due, l’unica veramente in grado di farci apprezzare un caffè profumatissimo e strabiliante.  


Ecco perchè tutti i nostri caffè monorigine arabica, oltre che il Blue Diamond la nostra miscela 100% arabica, sono tostati a questo livello, adatti sia a sviluppare un profilo aromatico ampio, intenso e sorprendente in espresso, che perfetti per le estrazioni filtro! 

Se invece vuoi sapere come si prepara il caffè americano o caffè filtro, leggi i nostri articoli sull’argomento, clicca il tasto qui sotto! 

Foto del tavolo Ernani con sopra tutti gli strumenti a disposizione per poter preparare il caffè filtro o il caffè all'americana. Partendo da sinistra: V60, Cold brew Dripper, Aeropress, Chemex, Moka, Clever, French press, Syphon.
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